15 gennaio 2008

Ciao!



Macchina, meccanica,tecnologica,

in ogni caso e comunque:femmina!

Ti do moto, vita, ti accendo, vado.


Guardando teso al largo, esteso.
vedo riflessi di sole accecante
e torno a guardare, più chiuso.
Rivedo luce, tremare le ombre:
prendo con calma ogni cosa,
lascio soltanto il posto avuto.
Avverto che vado e che lascio.
Avviso che il tempo è già perso.
Cammino via svelto il percorso.
Raggiungo il mio punto prescelto.
Mi Appoggio sul palmo col volto
e assisto distratto a un discorso.
Arrivano altri e altri che passano
andando di corsa, ognuno si ferma.
Rallento ma tiro dritto e non tardo,
riallungo il mio passo e mi sbrigo
poi chiedo se posso e l’aspetto.
Osservo le smorfie e impressioni
risento, discorsi contorti e confusi
ma credo alle sole parole. Segnali!
mi indican strade sicure o dubbiose
se prendo consigli o decido da solo.
Con calma respiro ed aspiro il fumo
e avido bevo in bicchieri bagnati
e mastico calmo alimenti scottati.
Salate le spese ed i piatti scontati,
riprendo il discorso su strade bagnate,
risiedo accanto agli ignoti passanti,
rileggo le pagine e i fogli stampati.
Aumenta il caldo, la radio e il motore
il sole riduce quel poco di luce rimasta,
già termina il giorno e la notte ritorna.
Mi stendo e riposo sul giorno passato,
preparo il coraggio per il giorno dopo
e muovo sudato il mio sonno agitato.
Piango nel sonno, nel sogno del gioco.

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