Era il millenovecentosettanta a Ponte, sotto l'Argine del Po, cantavamo e amavamo Lucio Battisti.
In Italia c'erano quasi 54 milioni di abitanti e un quotidiano costava settanta lire.
Al parlamento veniva approvato lo statuto dei lavoratori e, dopo un tumultuoso referendum, la legge sul divorzio.
Adriano Celentano e Claudia Mori vincevano il festival di Sanremo e il Cagliari il primo scudetto.
Per la prima volta si votava per le elezioni Regionali e la Gran Bretagna chiedeva di entrare nella CEE.
A Roma, in una notte di pioggia, si tentava e si sventava il "Golpe Borghese" e in Viet-nam la guerra raggiungeva l'escalation massima.
La contestazione studentesca si estendeva nella maggior parte delle Università e noi eravamo in terza media, quella dell'esame.
Dopo, sarebbe cambiato tutto: chi avrebbe continuato a studiare, chi avrebbe cominciato a lavorare, chi . . . altro.
Da pochi mesi ci avevano trasferito dai vecchi tre prefabbricati, alla nuova e moderna scuola, troppo moderna.
Era un anno eccezzionale, per noi, l'ultimo da ragazzini, dopo sarebbe stata una vita nuova, intanto il mondo cambiava e ci cambiava.
Sono passati quarantanni e, quasi per caso, mi sono fermato un momento a guardarmi indietro; e ci siamo rivisti.