Tutti, o
quasi, sappiamo cosa è un microscopio: una specie di cannocchiale che rende
tutto innumerevoli volte più grande di quello che è in realtà! Se lo si prende
e gli si mette davanti una goccia di liquido, allora si vedono le centinaia di
minuscoli organismi che lo compongono che si agitano come animaletti.Sembra
quasi di guardare uno stadio di domenica, durante una partita di calcio e si
vedono gruppi di organismi che , come le persone, saltano uno sull'altro e sono
così feroci che si strappano a vicenda le bandiere e i cappellini e parti di
striscioni, e ciò nonostante sono contenti e divertiti, anche se a modo loro.
C'era in
una moderna azienda un infallibile giovane tecnico enologo che svolgeva il suo
delicato lavoro avvalendosi delle procedimenti tecnologicamente ed
economicamente più moderni e dei ritrovati biologicamente più all’avanguardia
che tutti conoscevano come Gustavo Bevendo, anche perché questo era il suo
nome.
Il
giovane Gustavo Bevendo voleva sempre ottenere il meglio per la propria azienda
e per se stesso e, quando incontrava particolari difficoltà o proprio non era
possibile avere il massimo del risultato, non disdegnava di dover ricorrere a
pratiche non troppo ortodosse.
Un
giorno stava guardando attraverso il suo microscopio una goccia di vino che
aveva preso da una botte della cantina: che formicolio si vedeva! Migliaia di
Tannini, Tartrati e Terpeni solo per dire i più, ma anche tanti altri che, come
animaletti, saltavano si ricorrevano si picchiavano a volte si uccidevano
divorandosi a vicenda.
«Ma
questo è orrendo!» esclamò l’infallibile Gustavo Bevendo «non è possibile
ottenere che vivano tranquillamente e in pace, in modo che ognuno si preoccupi
degli affari propri?».
Meditò a
lungo, ma non riuscì a trovare una soluzione, e allora ricorse ad uno dei suoi
procedimenti non troppo corretti.
«Li
trasformerò !» disse «così si potranno vedere diversi e forse si piaceranno e
piaceranno a chi li berrà!» e versò nella goccia di vino un prodotto chimico di
sintesi proveniente da laboratori industriali.
Quella
sostanza era qualcosa che stava tra il metanolo e gli idrocarburi ma
assomigliava tanto alla diossina, quella migliore la più cara.
Nel giro
di pochi istanti tutti quegli animaletti diventarono ancora più strani e
mostruosi: i più esagitati andarono in depressione mentre quelli calmi
diventarono rabbiosi, infine si colorarono di rosa, sembrava una città d’uomini
selvaggi nudi.
«Che
cos'hai lì?» gli chiese un altro vecchio enologo della cantina ormai dimenticato
per la sua vecchiaia e la vecchiezza dei suoi metodi, che non aveva nessun
nome, e proprio per questo era così distinto.
«Se
indovini» rispose Gustavo Bevendo «te lo regalo, ma non è una cosa facile da
indovinare, se non la si sa prima.»
L’enologo
senza nome guardò attraverso la lente del microscopio, gli sembrava proprio di
vedere un’intera città, in cui gli alcoli e gli antociani giravano nudi, e
questo era ripugnante, ma era ancora più ripugnante vedere come si spingevano e
si urtavano a vicenda come si pizzicavano, si mordevano e si facevano male.
I tannini che stavano
sotto di tutti dovevano arrivare sopra e i fenoli che stavano sopra dovevano
passare sotto! “Guarda, guarda! Le gambe di quel flavonoide sono più lunghe
delle mie! Paf! Via! C’é un enzima che ha un piccolo ammennicolo tra le gambe,
ma non pare far piacere alle aldeidi che non ce l’anno e lo rincorrono
arrabbiate!” e lo fecero a pezzi lo tirarono e lo divorarono a causa di quel
piccolo ammennicolo.
C'era un Acido malico
fermo con un’aldeide, ed entrambi desideravano solo fermentare tranquillamente,
ma l’aldeide fu trascinata via, polimerizzata e divorata dal metanolo.
«È proprio divertente!»
esclamò l’enologo.
«Che cosa credi che sia?»
gli chiese il giovane Gustavo Bevendo «riesci a scoprirlo?»
«Si vede bene» rispose
l'altro «è senza dubbio una potente sostanza chimica per lo sterminio di massa,
si assomigliano tutte! È certo una terribile arma.»
«No, è il vino delle due
botti da cui si ricaveranno cinquanta milioni di bottiglie di grandi vini per
l’esportazione nei nuovi mercati- disse il giovane e rampante moderno enologo.