C'era
una volta, tanto, tanto ma . . . tanto tempo fa; in un paese lontano,lontano,
ma . . . molto lontano, un tizio avaro, ma tanto avaro, talmente avaro che dava
da mangiare alla moglie solo pane vecchio e secco e insalata appassita e
scondita e acqua e raramente vino . . . ma di qualità scadente e spesso
inacidito.
Se
arrivavano a casa sua degli ospiti, da gretto che era, non si faceva trovare in
o si nascondeva per non dover offrire loro le migliori pietanze e il miglior
alloggio secondo le regole dell'ospitalità.
Le
uniche occasioni in cui lasciava che la tapina si sfamasse, mentre lui si
ingozzava di pietanze e tracannava vino, erano i pranzi e le cene a cui veniva
invitato da parenti e amici oppure a scrocco di conoscenti.
Un
giorno giunsero in quella casa una coppia di loro vecchi amici che vedendo la
poverina si preoccuparono per l’aspetto trascurato e dismesso e parlando,
parlando, lei si lasciò sfuggire qualche lamentela e raccontò alcuni episodi
sull'egoismo del marito.
I
due amici si angustiarono per la poverina e si adirarono per l’insensibilità
del marito, quindi pensarono di mettersi d'accordo con lei per dare una lezione
a quell'avaraccio egoista.
Si
recarono al mercato delle spezie e comprarono una polvere speciale che aveva la
proprietà di fare addormentare profondamente.
Tornati
a casa degli amici li invitarono a pranzo, lui, l’omone grande grosso e
iracondo accettò ancor prima della domanda infatti era sua abitudine
autoinvitarsi appena aveva sentore di pranzi, cene, merende, nonché soggiorni,
vacanze, viaggi,insomma era un grande navigatore a vela(nel senso che la sua
vita la passava in scia di chiunque gli passasse accanto,aveva la dote
dell’imbucamento che negli anni aveva sempre più affinato. l’omone, pregustando
un lauto pranzo, non mancò di fare e brigare affinché la moglie non vi
prendesse parte convincendola, con le solite bugiarde preoccupazione, sui gusti
delicati di lei che sicuramente non si sposavano con il tipo di cucina e le
false preoccupazioni su problemi di salute, dieta e altro che avrebbero turbato
il suo sonno e l’equilibrio psico-fisico, secondo lui, tanto cagionevole. Insomma
non voleva avere antagonisti a tavola, il suo egoismo prevaleva su ogni altro
sentimento.
L'uomo
mangiò a quattro palmenti anche perché il pranzo gli era stato offerto e
secondo lui il cibo offerto aveva più sapore, inoltre era un propugnatore della
teoria che la quantità era meglio della quantità (quando doveva pagare lui)
figuriamoci quando si trovava a dover sbafare grandi quantità di eccellente
qualità. Come al solito non mancò di fare critiche e appunti sulla cucina,
secondo i suoi originalissimi principi (inquietanti per tutti, ma sacrosanti
per lui) i due amici ( i paganti)invece stettero a guardare e poi lo accompagnarono
a casa.
A
casa l'uomo si addormentò profondamente a causa della gran quantità di
sonnifero che aveva ingerito insieme al cibo e anche per la quantità esagerata
di vino che aveva bevuto.
Di
notte i due tornarono e lo avvolsero in un bianco lenzuolo che cucirono,
lasciando solo una piccola apertura all'estremità del capo e lo portarono al
cimitero.
Qui,
tolsero il coperchio ad una tomba vuota e vi misero dentro l'uomo come se fosse
stato un cadavere.
Poco
alla volta, a causa del freddo a della posizione scomoda l'uomo cominciò a
svegliarsi. Intanto i due si erano travestiti, infilandosi delle lenzuola con
solo i buchi per gli occhi.
Con
un bastone presero anche a far piovere una gragnola di colpi sul malcapitato
che risvegliatosi completamente, si rese conto di essere in un cimitero, dentro
una tomba e pensò che le due figure animalesche altri non erano due angeli
inquisitori.
Allora
cominciò a gemere e a chiedere pietà e i due travestiti iniziarono il loro
serrato interrogatorio:
”Quando
hai pensato di dividere i tuoi beni e la felicità con gli altri?”
“Quando
sei stato sincero e onesto?
“Quando
hai pensato che oltre a te esistono anche altre persone?”
“Quando
hai ammesso i tuoi torti e le tue colpe?”
“Quando
hai avuto il dubbio di non essere unico e migliore?”
"Quando
hai dato ai bisognosi quello che ti era possibile?"
“Quando
hai fatto a tua moglie un regalo decente?”
“Quando
hai accettato una sua idea che fosse in disaccordo con le tue?"
Le
domande furono molte e la risposta sempre la stessa:
"Non l'ho mai fatto" e dopo ogni risposta erano botte, ma siccome le risposte erano sempre le stesse a qualsiasi domanda e nonostante si dessero il cambio a bastonarlo, i due, ad un certo punto, erano talmente sfiniti che preferirono finire con l’interrogatorio.
"Non l'ho mai fatto" e dopo ogni risposta erano botte, ma siccome le risposte erano sempre le stesse a qualsiasi domanda e nonostante si dessero il cambio a bastonarlo, i due, ad un certo punto, erano talmente sfiniti che preferirono finire con l’interrogatorio.
L'uomo
incalzato dalle domande ma soprattutto dalle bastonate, scoppiò in lacrime e
quelli, recuperate le ultime forze, lo pestarono più forte di prima, finché non
perse i sensi.
A
quel punto lo riportarono a casa e dissero alle moglie: "Non ti
preoccupare, lascialo dormire, domattina vedremo se sarà guarito”.
Il
giorno dopo, non appena svegliato o meglio rinvenuto, l'uomo andò in tutti i
negozi del paese e fece una grande spesa, comprò tutti i generi alimentari e i
vini e le delizie che vide, pensando che potevano esistere altri gusti e non
solo i suoi.
A
tutti i bisognosi che incontrò diede denaro, affetto e comprensione.
Comprò
un bel regalo per la moglie e quando tornò a casa le fece dono di tutto e
lasciò ch’ella esprimesse le sue idee ed i suoi gusti ed i suoi desideri che
lui, con attenzione e d entusiasmo approvava.
Poi
chiamò la coppia di amici e li invitò ad una magnifica e ricca cena e arrivò ad
offrire loro le pietanze e i vini che aveva sempre negato anche a se stesso.
Cominciò
ad ascoltare le voci di tutti e non solamente la sua e alla fine riuscì a non
volere aver ragione a tutti i costi, arrivando persino ad ammettere una sua
colpa.
Gli
amici non riuscivano a credere a quel cambiamento, talmente radicale da farli pensare
a un miracolo: he si! Una buona bastonatura, in certi casi, funziona prima e
meglio di tutte le cure mediche e psicologiche. Nemmeno la moglie si rendeva
completamente conto di quanto accaduto, ma quello è un altro caso dal momento
che, la poverina, era già da prima di diventare sua moglie un tantino
“poverina”, d’altronde se non fosse stata già così non lo avrebbe sposato, né
lui l’avrebbe presa con se.
Insomma
tutti furono felici e contanti e da allora si convinsero che i miracoli
esistono, perché l'uomo finché visse si comportò in modo altruista e generoso,
anche se, di tanto in tanto, gli tornava alla mente quella bruttissima
avventura e. . .un sospetto attraversava veloce, veloce la sua mente che . . . lenta,
non riusciva a cogliere.