18 aprile 2011

Meno grassi ossidati nel sangue grazie al vino rosso


Un team di ricerca italiano pubblica sul “British Journal of Nutrition” un'ulteriore conferma dei benefici effetti di un moderato consumo di vino, anche per prevenire l'arteriosclerosi

di Graziano Alderighi

La letteratura scientifica indica che l'assorbimento dai pasti del prodotti di ossidazione lipidica potrebbe essere, almeno parzialmente, il legame tra lipemia post-prandiale e l'aterosclerosi. L'ossido di colesterolo è un comune componente della dieta occidentale, presente soprattutto nei fast food.

Non solo possiamo ingerire tali sostanze, queste possono anche essere prodotte dal nostro organismo grazie a catalisi enzimatiche durante la digestione.

Recenti studi su animali hanno dimostrato che supplementi nutraceutici con antiossidanti possono prevenire l'aumento di ossidi di colesterolo circolanti nell'organismo indotto da una dieta ricca di grassi.

Anche sull'uomo sono state condotte alcune esperienze che hanno validato la tesi, infatti l'integrazione nella dieta di antiossidanti provoca, nel lungo termine, una riduzione del contenuto di ossidi di colesterolo nel plasma.

Ma quali antiossidanti sono utili a prevenire l'accumulo di grassi ossidati? In quali dosi?

A queste domande ha risposto uno studio dell’Inran, l’ente pubblico italiano per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione vigilato dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), ha condotto - in collaborazione con il Centro ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach- Istituto Agrario di San Michele all’Adige e con il Dipartimento di Scienze Biochimiche dell’Università Sapienza di Roma.

Lo studio è stato effettuato su un campione di 12 volontari sani, 6 uomini e 6 donne, tra 24 e 35 anni, a cui è stato chiesto di mantenere la dieta abituale e di non prendere medicine o supplementi vitaminici. I soggetti, hanno mangiato un doppio cheeseburger di 200g con 300ml di acqua; dopo 2 settimane l’esperimento è stato ripetuto e il pasto è stato accompagnato con 300 ml di vino rosso.

“Dai dati dello studio– afferma Fausta Natella, ricercatrice INRAN che ha condotto lo studio – è emerso che il consumo di vino rosso durante il pasto ha prevenuto l’aumento nel sangue dei prodotti di perossidazione lipidica, sia lipidi idroperossidi che ossidi del colesterolo, che si è osservato invece dopo il consumo del pasto con acqua. Questi composti possono avere effetti negativi sulla salute”.

Il vino potrebbe prevenire la tossicità acuta in ossidi di colesterolo dovuta a un pasto particolarmente ricco di grassi. Infatti i ricercatori italiani hanno dimostrato che il vino può ostacolare, nella fase postprandiale, molti eventi nocivi, come lo stress ossidativo e disfunzione endoteliale. Inoltre il consumo di vino rosso durante il pasto riduce la suscettibilità all'ossidazione di LDL e previene l'aumento in lipidi plasmatici idroperossidi.

I risultati dello studio pilota non consentono tuttavia di spiegare come esattamente il vino agisca, in particolare non è noto se gli effetti siano dovuti all'alcol o ai polifenoli.

“Siamo –spiega la ricercatrice - continuamente esposti all’azione di agenti ossidanti, che si trovano sia nell’ambiente sia in ciò che mangiamo. La capacità di reazione del nostro organismo è una determinante essenziale del nostro stato di salute. E noi possiamo contribuire con una dieta appropriata: scegliendo sia alimenti capaci di generare poche scorie ossidate (quindi soprattutto alimenti poveri in grassi) sia alimenti ricchi di antiossidanti (come frutta e verdure). Il vino rosso, se rappresenta una fonte piuttosto ricca di sostanze antiossidanti è anche una fonte importante di alcol, che invece è tossico per l’organismo. Per questi motivi è fondamentale ribadire le parole chiave per il consumo di vino: moderazione e modalità di consumo, cioè esclusivamente durante i pasti”.

di Graziano Alderighi