30 giugno 2008

"La pista !?" da "Attenti ai bambini"


Inverno gelido quell’anno uno dei più freddi che ricordo, alla mattina si arrivava tardi a scuola e alla fine delle lezioni si arrivava più tardi del solito a casa. La strada che portava alla vecchia scuola dal paese, non era ancora stata costruita e si usava percorrere una stradella in terra battuta, che si snodava tra i prati che stavano in una striscia di terreno tra la strada nazionale e la campagna coltivata, la via più corta e sicura per arrivare. Alla fine del percorso, in prossimità della scuola si risaliva sulla strada nazionale arrampicandosi per la scarpata stradale che era alta sui prati tra due e tre metri a seconda del punto di salita che continuava con paio di sentieri ancor più stretti ma uno più ripido dell’altro. Quell’inverno aveva portato molta neve, già da novembre c’erano state forti nevicate, tutto era coperto da una coltre bianca dove noi affondavamo fin quasi al ginocchio, in più le gelate che si susseguivano avevano formato lastroni di ghiaccio lungo tutto il percorso della stradella ed in particolare sui due sentieri che risalivano per la scarpata stradale e che noi ragazzini avevamo subito trasformato nel gioco più in voga in quei giorni. Nei sentieri si susseguivano sfide continue di slittino per tutto il giorno nei momenti liberi da impegni scolastici o familiari ci ritrovavamo sulle piste gelate dove ci lanciavamo in ardite e a volte pericolose discese, infatti, non mancava, quasi giornalmente, la razione pro capite di lividi, distorsioni e contusioni varie, fino ad arrivare a qualche ferita lacero-contusa e prima della fine delle gelate ci furono anche un paio di ingessature per fratture.Inutile parlare d’indumenti vari strappati al punto da renderli inutilizzabili, di quelli si era perso il conto. Eravamo talmente presi dallo scivolamento su quei sentieri ghiacciati, da inventarci qualsiasi modo e ricorrendo ad ogni mezzo che potesse servire per rendere ancor più emozionante le gare. Ovviamente nessuno disponeva di uno slittino adeguato perciò si provava con tutto ciò che si reputava idoneo allo scopo, perciò assi di lagno, casse per la frutta, lamiere, pneumatici d’auto e tant’altro ancora fu recuperato e usato, tanto nell’estate successiva sul prato si potevano rivedere tutte quelle cose a mucchi tanto da farlo assomigliare più ad una discarica. Cominciammo a fare qualche gara di discesa anche prima dell’entrata a scuola, scoprendo che le cartelle scolastiche l’ora di buon cuoio bene si adattavano al ruolo di slittini, e così un po’ un giorno, prima di entrare, un po’ un altro, anche all’uscita si arrivò ad aumentare i tempi di presenza in pista a scapito di quelli a scuola o al pranzo a casa dopo le lezioni. Si andò avanti così fin quasi a marzo fintanto, cioè, che rimase il ghiaccio sui sentieri poi cominciò il disgelo e le pozzanghere derivanti da quello aumentarono parecchio quando cominciarono le piogge primaverili.Molto piovosa fu quella primavera, al punto che nel prato attraversato dalla strabella si formò quasi un laghetto da formare quasi un laghetto dove noi vedemmo da subito la possibilità di divertirci parecchio perciò cominciammo a………..

02 giugno 2008

"Luana Mondana" dalla raccolta "Tipi Rimati"



Al buio di notte lei và per la strada,

passeggia, nel lusso svestita, Luana.

Dei fari dell’auto è una facile preda,

ma ostenta le forme la bella mondana.

Si offre ai clienti senz’alcun pudore.

Concede per soldi, ai poveri ometti,

Il piacer del corpo: profumo e sudore.

Avanti la fila e che il prossimo aspetti.

Luana è il suo sesso, il seno, la voce;

dispensa piacere, nel toccare il fondo.

Sa bene che il tempo trascorre veloce,

vivendo dell’arte più antica del mondo.

Ritorna ogni giorno a una vita normale

mediocre donnetta con l’occhi emaciati.

E mentre accantona il guadagno serale,

si vede in pensione in posti incantati.

Bigoli co le Sardele


Par quatro che magna

-Quatro eti de bìgoli
-quatro bele sardele salà
-meza zeola tajà fina (vedi P.S.)
-oio stravergine de oliva

Se fa cussì:

1.Fare on desfrito co l'ojo e la zeola che la dovarà ziaparse, no sfritegare: questo se pole fare zontandoghe on sculiero de vin bianco;
2.Fato, zontarghe le sardele tajà a tochetini e assarle sol fuogo a lento, fin che le se desfa (Jutarse schiciando co na forcheta - no le ga da sfritegare);
3. Conzare i bigoli ca gavarì, intanto, finio de cusinare; magnare caldi assè;
4. Me mojere ghe piase infromajare ben par magnare ben, anca se calchedun dise che col pesse no se mete grana.


P.S. Go sentio quatro vecie cuoghe, par sta riceta. Me mama la la fa cussì, nantra senza zeola ma co l'ajo, nantra co ajo e zeola e nantra senza altro che le sardele. Mi la me piase comunque!