Avrà senso questa immensa e prodigiosa macchina che mi circonda, regolata da leggi eterne e necessarie, le stesse che regolano il funzionamento del mio cuore, la rotazione dei pianeti, la mia capacità logico-deduttiva e tutto quanto il resto? E se pure lo ha, qual è e dove sta?
A questo fondamentale interrogativo Cartesio risponde sostanzialmente inferendo che il meccanismo perfetto e mirabile che regola il Tutto sia la conseguenza dell’azione di un essere perfettissimo (Dio) che progettando, “da via del Suo”.
Non si chiede ovviamente quale sia il fondamento che ci porta a postulare l’esistenza di Dio; dice soltanto che un progetto richiede un progettista.
Non si fa, insomma, la domanda ontologica fondamentale: perchè Dio?
Il passaggio dalla singolarità alla molteplicita, tramite il Big Bang, è lo snodo fondamentale da cui deve passare il nostro interrogarci .
La fisica contemporanea se lo chiede da un secolo (dal 1905 con Einstain).
Il metodo deduttivo nasce da questo passaggio e il metodo induttivo, a sua volta, è il percorso a ritroso.
Altra questione, poi, è quella relativa alla necessità delle leggi fisiche, che in realtà seguono logiche diverse in funzione del livello a cui prestiamo attenzione.
L’uniformità (simmetria) degl’inizi (prima della nascita dello spazio e del tempo), secondo le teorie scientifiche attuali, a causa dell’immenso calore iniziale, non conteneva le leggi, oggi, riconoscibili, non aveva determinazioni; era solo l’indifferenziato di Anassimandro (postulato 2600 anni fa).
I giganti del passato ci alitano sul collo e ci co-stringono da ogni parte.