Proseguiamo lungo la via Vallelunga e, all'atezza degli insediamenti abitativi di recente costruzione, individuiamo sulla destra l'area dove fino agli anni ottanta c'era la Fornace (fig.20). Venne costruita tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del novecento dai Navarra, l'importante famiglia di latifondisti e nel tempo la proprietà cambiò più volte fino alla dismissione. La fornace, già dalla costruzione, era all'avanguardia per la tecnologia produttiva, fu infatti una tra le prime ad adottare il sistema di cottura dei laterizi del tipo Hoffmann a ciclo continuo che, brevettato nel 1858, introdusse una importante innovazione nella produzione dei laterizi.
fig.20 - La fornace prima della demolizione
L'opificio era posto al centro di una grande area estrattiva dove veniva reperita la materia prima grazie alla presenza, poco al di sotto dello strato superficiale del terreno, di un importante strato argilloso. La fornace doveva soddisfare la forte richiesta di materiale edilizio per la continua e progessiva espansione di industrie e abitazioni in quella che era al tempo la principale zona industriale di Ferrara. Nel 1953 nella cava della fornace venne alla luce, ad alcuni metri di profondità, il relitto di una imbarcazione del tipo sandòn che già in epoca romana veniva impiegato nella costruzione di mulini galleggianti e fu datato come non posteriore all'anno mille.
Riprendiamo il percorso lungo la via Vallelunga fino alla fine dell'abitato e passata la cabina di trasformazione, sulla sinistra, scorgiamo al centro di una azienda agricola, l'elegante presenza della casa padronale conosciuta come Villa Ada (fig.21).
fig.21 - Villa Ada tra le due guere
fig.22 - Villa Ada odierna vista dall'alto
Costruita a partire dal 1925 da un progettista di Venezia per il conte Tretti, grande latifondista di Vicenza.
La villa, al centro di una vastissima possessione di circa 200 ettari, era completamente auto sufficiente e aveva, vicino alla casa padronale: il forno, l'officina meccanica, la stalla porticata, la chiesetta, la casa del fattore, quella del boaro e le dipendenze dei lavoranti.
Il gusto architettonico richiama all'Art Decò in alcuni ornamenti ora cancellati, come il fascione decorato a tempera con il motivo ricorrente della spiga, inoltre vi si notano molti rimandi palladiani, come il portico e le caratteristiche barchesse venete. Si può ancora notare, sulle pareti della villa, la sigla TTT che sta per Tre-TTi, la stessa era impressa anche sui portali delle fattorie poste sui poderi della possessione: la Patuzza, il Casino, la Sbarra, Grande e Lucia.
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