la Campagna d’Italia condotta dal re di Napoli Gioacchino Murat fu il primo atto del Risorgimento italiano. Murat, cognato di Napoleone aveva lanciato una sfida all’Austria infrantasi a Occhiobello.
La battaglia sulle sponde del Po fu il punto in cui si rivoltarono le sorti della campagna bellica iniziata un mese prima con obiettivo il processo di unificazione dell’Italia.
Il ponte sul Po a Occhiobello era la porta per entrare nel Lombardo Veneto, vicereame d’Austria. Il punto in cui attualmente si dividono Veneto ed Emilia Romagna e le province di Ferrara e Rovigo, fu teatro, il 7 e 8 aprile 1815, di uno scontro militare fra le truppe del re di Napoli Gioacchino Murat e l’esercito austriaco del generale Federico Bianchi.
Murat era giunto sul Po con il suo esercito diviso in due colonne, una proveniente dalla costa adriatica, l’altra attardata in Toscana. Affrontò una battaglia sulla testa di ponte di Vallonga senza preparazione, cercando di sfondare la difesa austriaca.
Gli austriaci capirono subito che Occhiobello era importante per sbarrare la strada al re di Napoli e la difesa sarebbe stata strategica per impedire l’avanzata dei napoletani verso Venezia.
7-8 aprile 1815.
Murat fece un ingresso trionfale a Ferrara, si presentò nella piazza cittadina con una scorta cavalcando in testa al suo Stato maggiore. Il re di Napoli, poche ore prima della battaglia, si dimostrò, nella città estense, molto ottimista sulla riuscita dell’assalto.
Ma dall’altra parte, gli austriaci del generale Federico Bianchi avevano presidiato e fortificato il territorio e facevano affluire truppe di rinforzo.
Murat, invece, si presentava con un esercito indebolito numericamente, stanco per il lungo viaggio e al quale mancarono vettovaglie, foraggi agli animali e materiali per la costruzioni di ponti volanti sui fiumi per fare passare le truppe. Murat aveva affrontato un esercito che sarebbe diventato ben più grande del suo e molto bene armato, mentre i napoletani non avevano neanche le riserve a sostegno della prima linea.
I due giorni di battaglia dimostrarono che gli attacchi frettolosi alle postazioni alla base del ponte non avrebbero dato frutti se non preparati adeguatamente dall’artiglieria che non era praticamente a disposizione.
Gli austriaci continuavano a ricevere rinforzi e quando Murat vide l’inutilità degli assalti (e i trecento morti che richiamavano diserzioni in serie) si fermò, tanto che il 12 aprile gli austriaci uscirono per contrattaccare anche dal ponte di Occhiobello.
Non vi fu la gloria, bensì una ritirata allo scopo di riunire l’esercito. Alla mancata conquista del Lombardo Veneto per non essere riusciti ad attraversare il ponte di Occhiobello, seguirono la sconfitta a Tolentino, il precipitoso tentativo di rientro a Napoli, e il trattato di Casalanza che riconsegnava il regno ai Borboni.
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