20 ottobre 2008

Etta


In un rifugio di montagna, viveva un tempo una giovane di nome Hildeghardekinderschwarzenpirlenscheider Gazzaniga ma conosciuta dai valligiani come Etta diminutivo di schiavetta per via delle preferenze enologiche del padre che tramandò alla figlia in forma anche più ampia. Un giorno mentre era nel bosco a raccogliere le pernici che aveva tirato giù a schioppettate, incontrò un vecchietto dai capelli bianchi che le disse:" Perché sospiri così Etta? Hai il fiatone per l’età o c’è qualcosa che ti tormenta?"

"La mia infelicità,come il mio fiatone, é così grande che non puoi nemmeno immaginare. Se almeno potessi avere una vigna,la mia vita sarebbe più bella; potrei accudirla e crescerla , così avrei uva da mangiare e mosto da cuocere e vino da bere... sarei proprio felice." Il buon vecchio scosse il capo e le disse:" Voglio aiutarti,torna a casa e vedrai." Etta se ne tornò,con la doppietta in spalla e le pernici alla cintura e,giunta davanti a casa sua non credette ai suoi occhi: nell’appezzamento dietro casa proprio lungo il fianco della collina c’erano lunghi filari di vite che si alternavano a olmi e ciliegi che sorreggevano il groviglio di foglie e pampini. Qualche giorno dopo,Etta tornò nel bosco a togliere scoiattoli e marmotte dalle sue trappole e all'improvviso il vecchio dai capelli bianchi le si presentò dinnanzi. "E allora Etta sei felice?" le chiese dolcemente. "Sì" rispose lei "sono felice disse strascicando un po’ le parole per via dell’effetto del vino, ma..." "Che vuol dire ma?" chiese il vecchio. "O sei felice o non lo sei, cosa ti manca?" "La cantina é mezza diroccata, vi piove dentro e d’estate fa troppo caldo mentre l’inverno è fredda. Se avessi una bella cantina,allora sì che sarei felice!" Il buon vecchio sorrise e disse:" Torna a casa ed avrai una sorpresa." Etta finito di accoppare due scoiattoli presi nelle trappole tornò verso casa e vi trovò una moderna cantina solida,impermeabilizzata e climatizzata piena di tini di botti e bottiglie con tanto di bancone per l’assaggio e la mescita. Etta si mise, per la gioia, a tracannare vino fino a svenire. Qualche giorno dopo, Etta ritornò nel bosco, camminando malferma per l’effetto dei continui corsi di specializzazione sul vino sospirando tristemente. All'improvviso il vecchio apparve e, fissandola le chiese:" Allora Etta sei felice finalmente?" "Sì" rispose la giovane."Come potrei non esserlo,ma..." "Ancora un ma?" disse con stupore il vecchio. Etta cominciò a piagnucolare: " Tutte gli altri osti e cantinieri hanno belle divise e belle posate e bicchieri da sogno. Non posso avere buoni clienti se non ho il look giusto ed il locale trendy."

"Non é niente" fece il vecchio. "Tornatene alla cantina, hai già ciò che desideri."Etta riuscì a trascinarsi fino a casa; aprì la porta della cantina e per la sorpresa rimase inchiodata sulla soglia. Sopra al tavolo, c'erano preziosi calici e pregiate caraffe e levatappi d’osso sacro di bue muschiato e posate d’oro tavoli apparecchiati con pietanze meravigliose. Sul bancone una bella divisa da chef, mentre un altra da maggiordomo era posato su una panca ed una terza da feldmaresciallo di sala era alla carta dei vini. Etta urlò dalla gioia e si affrettò a provarli e mise subito alla prova il tutto stappando e bevendo bottiglie di vino a più non posso. Trascorse qualche giorno ed Etta tornò nel tornò nel bosco; decisamente ubriaca vagava col capo chino e, quasi si scontrò col vecchio. "E allora Etta sei felice adesso?" esclamò. "Certo che lo sono"rispose la giovane. "Sono felice,ma..." "Che cosa ti manca ancora?" "Ho una azienda vitivinicola di pregio, un locale di tendenza, e clientela raffinata. Ma a che serve tutto ciò se sono sempre sola? Tutte hanno un fidanzato e si maritano, mentre io resto sempre sola!" "E sia!" acconsentì il vecchio dalla testa bianca. Etta non senza fatica riuscì a tornare a casa e davanti alla sua porta c'era un bel giovanotto. Era quello anche un famoso somellier che si contendevano i locali più esclusivi e le donne più affascinanti entrambi per via del tutt’uno tra la sua abilità professionale,predisposizione fisica e cognome: Grantirebuchon. Appena vide Etta egli le andò incontro e dichiarò: "E' ancora disponibile quel posto da assaggiatore ?”

Si! rispose Etta ,anzi vieni ben qui che ti faccio l’esamino: orale e pratica!

Etta si chiuse con il giovane nella cantina e ne uscì solo dopo un mese e il bel giovane, che chiaramente era riuscito a superare l’esame per il posto da assaggiatore, le aveva anche chiesto di sposarlo. Il giovane sommellier era anche il rampollo di una facoltosa famiglia di banchieri proprietaria di tutte quelle valli e paesi. Poco tempo dopo venne celebrato il matrimonio e, tutto il villaggio ballò e si ubriacò fino all'alba. Passò qualche giorno ed Etta tornò nel bosco. Il vecchio dai capelli bianchi le si fece nuovamente incontro e rivolgendole un sorriso le chiese: " Allora Etta sei felice finalmente?"

Etta gli lanciò uno sguardo corrucciato e gli rispose con tono altezzoso:" Come ti permetti screanzato vecchiaccio? Sappi che d'ora in poi io per te sono la signora Hildeghardekinderschwarzenpirlenscheider Gazzaniga in Grantirebuchon; moglie del padrone di queste valli e signora di tutti gli esseri che le abitano, te compreso!

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