
Seppi che t’eri data come una foglia al vento,
dopo te n’eri andata per aspettare un treno.
Seppi che i tuoi pensieri non eran le mie gioie,
e anche la miglior vita riserva gravi sorprese.
Seppi delle tue lacrime cercando in altri sguardi,
è forse vero amore, se può evitare pianti.
Seppi che non volevi il figlio che ti ho chiesto,
se vita dai e ricevi, non bestemmiare invano.
Seppi che anche tua madre mi giudicava solo,
la voglia di dividere la vita, non separa.
Seppi di donne fatue e d’uomini improbabili,
cadendo sulla terra t’infanghi solo il viso.
Seppi ch’era una favola riletta ad alta voce,
il tuo istinto a vivere, quasi come una scusa.
Seppi del giorno dopo passato ad aspettare,
come lanciare sassi dentro una porta aperta.
Seppi che in ogni angolo rimase un poco di te
ma, ignoravo il sintomo e non curavo il male.
Seppi mostrarmi indegno imponendo il rispetto,
solo un pensiero languido istiga dubbi odiosi.
Seppi alla fine amarti soltanto perché non c’eri:
l’attimo sciocco e rapido per spegnere la luce.
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