
Riuscire ad abbinare sapientemente 'cibo' e 'vino' significa creare un'armonia di profumi e gusti, il modo migliore per poter esaltare le caratteristiche di entrambi.
Non dico di stabilire precise regole di abbinamento, ma esprimere o dare delle indicazioni è molto difficile in quanto sia il cibo che il vino sono sostanze complesse che possono dare sensazioni gustative ed olfattive molto diversificate.
Da un lato abbiamo le infinite possibilità fornite dal sapore dei cibi che dipende, sia dagli ingredienti usati, che dalle modalità di preparazione della pietanza (una maggiore cottura conferisce un sapore più amaro, l'utilizzo di spezie conferisce sensazioni aromatiche, ecc.).
Dall’altro lato siamo storditi dalle molteplici sfaccettature che possiamo cogliere dalle caratteristiche organolettiche di un vino.
Queste,a loro volta, dipendono dal vitigno utilizzato, dai diversi tipi di terreni e condizioni climatiche, oltre che dai diversi stili di produzione (per esempio l'invecchiamento in botti di legno rende un vino più corposo e morbido).
Questo ricco scenario comporta, da una parte, l'esigenza di ricorrere ad esperti, dall'altra, l'opportunità di indicare solo generalmente la tipologia di vino da utilizzare.
Ad ogni buon conto è universalmente condivisa,come regola generale, che in un buon abbinamento, il vino non deve predominare sul piatto e viceversa: il corpo del vino deve essere adeguato alla struttura della pietanza.
Semplicemente vale la formula che un piatto dal sapore delicato richiede un vino "leggero", mentre un piatto ricco richiede un vino ben strutturato.
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