- Bene,
bene.- Pensava Pompilio. – Bene, bene.- Ripeteva sottovoce, mentre se ne stava
seduto sul paracarro di pietra verniciato di bianco, sull’incrocio tra la statale e la strada che, staccandosi da quella, entrava nel paese e lo
attraversava per tutta la lunghezza prima di ritornare a inserirsi nuovamente nella
strada maggiore, quasi un chilometro più avanti.
-Bene,
bene- Ripeteva e scuoteva la testa da un lato all’altro e anche alzandola e, guardando
il cielo sopra di lui, spingeva il viso in avanti, come per annusare o
assaggiare l’aria.
Era
tanto immedesimato nei suoi pensieri da non essersi accorto, oltre che di
parlare da solo, dell’automobile che gli si era fermata vicino.
Soltanto
quando il signore alla guida, dopo aver abbassato il finestrino, aveva ripetuto
per la terza volta, rivolgendosi a lui – Buon uomo, mi scusi!?- Aveva ripreso il contatto con la realtà
che gli stava attorno e, visto il tizio che dal finestrino dell’auto lo
chiamava, gli prestò attenzione.
- Che
c’è? Cos’è? Chi è? Che vuole? –
- Scusi
buon uomo, sa dirmi dove si trova l’ufficio postale del paese? -
-Scusi
chi? Scusi cosa? Buon uomo? Buon uomo chi? -
- Scusi
sa, dicevo a lei, buon uomo. -
-Buon
uomo a me? Buon uomo io? E come fa a saper che sono un buon uomo? Ci
conosciamo? Qualcuno le ha detto che sono un buon uomo? -
-Bè,
non è che lo so o che qualcuno me l’abbia detto, ma . . . me lo immagino. Guardandola immagino che
lei sia un buon uomo, ecco, e le chiedevo dove è l’ufficio postale del paese.-
-Ha!
Mi guarda e immagina che sono un buon uomo, è così? -
-Infatti,
è così. -
-Allora
. . . allora faccia come le dico, mi ascolti. -
-Si,
si, grazie mi dica, l’ascolto. -
-Molto
bene, allora lei scende dalla macchina. . . mi segue? -
-Si,
la seguo, continui. -
-Dunque,
dopo che è sceso lei guarda il paese, lo vede il paese, quello lì, lo vede
bene?-
-Si,
lo vedo bene, il paese, è quello lì, e poi?
-Poi,
visto che ha una così gran bella immaginazione, da quel che ho capito. . . he! -
-Heee
?. . . si, si, ha capito bene. Dica, dica. -
-Ecco!
Siccome ha immaginato che sono un buon uomo . . .
-Si!
Certo, quindi? cosa devo fare?
-Provi
anche a immaginarsi dove si trova l’ufficio postale! –
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