08 marzo 2013

La trapiantologia tedesca scossa dai casi di manipolazione delle liste


"La donazione degli organi è un gesto altruistico che richiede la fiducia dei cittadini nei medici e nel sistema sanitario e la certezza di una gestione etica e seria del processo di allocazione degli organi e di trapianto. Se questo legame di fiducia si interrompe, le conseguenze possono essere di larga portata come dimostra oggi il caso della Germania", così esordisce un editoriale pubblicato sulla rivista Lancet lo scorso gennaio.
La rivista sceglie di occuparsi del caso che ha scosso la trapiantologia tedesca. Nel luglio del 2012 scoppia il primo caso: a Göttingen un chirurgo della clinica trapiantologica dello University Medical Centers è accusato di avere falsificato l’indice MELD di alcuni pazienti in lista d’attesa, facendo ottenere loro una posizione prioritaria in nella lista stessa e dunque un accesso più veloce al trapianto di fegato. Il tutto, si suppone, dietro compenso. Nel 2009, suo primo anno a Gottingen, il chirurgo in questione ha realizzato 55 trapianti di fegato contro i 9 eseguiti nella stessa struttura nell’anno precedente, quando il chirurgo era in forza allo University Hospital di Regensburg. In seguito a questo scandalo si è cominciato anche ad indagare sui trapianti eseguiti, sempre dallo stesso chirurgo, tra il 2003 e il 2008, proprio a Regensburg: 23 sono risultati sospetti. La clinica trapiantologica di Göttingen ha sospeso il chirurgo a decorrere dal 1 novembre 2012; insieme a lui è stato sospeso anche un gastroenterologo ritenuto coinvolto nel caso. Si tratterebbe, dunque, di un caso di malasanità legato alla propensione per il malaffare di un solo soggetto.
Ma forse non è così. È di gennaio l’ultimo caso: questa volta è a Leipzig che si sospetta che 38 trapianti di fegato siano il frutto di una falsificazione dei criteri che determinano la posizione in lista d’attesa. Di fronte all’ennesimo scandalo il Ministro della salute tedesco, Daniel Bahr, ha riunito una commissione d’emergenza a Berlino e garantito che i responsabili verranno individuati e puniti.
Ma dove cercare le responsabilità? Nei singoli? Nel sistema? "Molte sono le ragioni che hanno generato questo stato di cose, inclusa la pressione sui medici esercitata dai centri stessi in cui si trovano a svolgere la loro attività: un numero maggiore di trapianti effettuati si traduce in un aumento di prestigio della clinica medica dove vengono eseguiti che ripaga con incentivi ‘per obiettivi’ i propri chirurghi", dichiara il Lancet.
Secondo l’editoriale della rivista, la Germania dovrebbe pensare a un sistema di governance che impedisca il ripetersi di questi casi; le inchieste giudiziarie non possono essere l’unica risposta per restituire alla popolazione la fiducia nel sistema. Che la fiducia dei cittadini sia diminuita lo provano i numeri delle donazioni da cadavere che sono diminuite, dal 2011 al 2012, di circa il 13%.

Fonte: Crisis in Germany’s organ transplantation system. Lancet 2013;381(9862):178

Tratto da il PENSIERO SCIENTIFICO – Centro Nazionale Trapianti- n.160- 7 marzo 2013

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