"La
donazione degli organi è un gesto altruistico che richiede la fiducia dei
cittadini nei medici e nel sistema sanitario e la certezza di una gestione
etica e seria del processo di allocazione degli organi e di trapianto. Se
questo legame di fiducia si interrompe, le conseguenze possono essere di larga
portata come dimostra oggi il caso della Germania", così esordisce un
editoriale pubblicato sulla rivista Lancet lo scorso gennaio.
La rivista
sceglie di occuparsi del caso che ha scosso la trapiantologia tedesca. Nel
luglio del 2012 scoppia il primo caso: a Göttingen un chirurgo della clinica
trapiantologica dello University Medical Centers è accusato di avere
falsificato l’indice MELD di alcuni pazienti in lista d’attesa, facendo
ottenere loro una posizione prioritaria in nella lista stessa e dunque un
accesso più veloce al trapianto di fegato. Il tutto, si suppone, dietro
compenso. Nel 2009, suo primo anno a Gottingen, il chirurgo in questione ha
realizzato 55 trapianti di fegato contro i 9 eseguiti nella stessa struttura
nell’anno precedente, quando il chirurgo era in forza allo University Hospital
di Regensburg. In seguito a questo scandalo si è cominciato anche ad indagare
sui trapianti eseguiti, sempre dallo stesso chirurgo, tra il 2003 e il 2008, proprio
a Regensburg: 23 sono risultati sospetti. La clinica trapiantologica di
Göttingen ha sospeso il chirurgo a decorrere dal 1 novembre 2012; insieme a lui
è stato sospeso anche un gastroenterologo ritenuto coinvolto nel caso. Si
tratterebbe, dunque, di un caso di malasanità legato alla propensione per il
malaffare di un solo soggetto.
Ma forse non
è così. È di gennaio l’ultimo caso: questa volta è a Leipzig che si sospetta
che 38 trapianti di fegato siano il frutto di una falsificazione dei criteri
che determinano la posizione in lista d’attesa. Di fronte all’ennesimo scandalo
il Ministro della salute tedesco, Daniel Bahr, ha riunito una commissione
d’emergenza a Berlino e garantito che i responsabili verranno individuati e
puniti.
Ma dove
cercare le responsabilità? Nei singoli? Nel sistema? "Molte sono le
ragioni che hanno generato questo stato di cose, inclusa la pressione sui
medici esercitata dai centri stessi in cui si trovano a svolgere la loro
attività: un numero maggiore di trapianti effettuati si traduce in un aumento
di prestigio della clinica medica dove vengono eseguiti che ripaga con
incentivi ‘per obiettivi’ i propri chirurghi", dichiara il Lancet.
Secondo
l’editoriale della rivista, la Germania dovrebbe pensare a un sistema di
governance che impedisca il ripetersi di questi casi; le inchieste giudiziarie
non possono essere l’unica risposta per restituire alla popolazione la fiducia
nel sistema. Che la fiducia dei cittadini sia diminuita lo provano i numeri
delle donazioni da cadavere che sono diminuite, dal 2011 al 2012, di circa il
13%.
Fonte: Crisis in Germany’s
organ transplantation system. Lancet 2013;381(9862):178
Tratto da il
PENSIERO SCIENTIFICO – Centro Nazionale Trapianti- n.160- 7 marzo 2013
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