E mentre resto fermo a prendermi in faccia il tepore
di questo sole, tra le montagne innevate del trentino, le tre ragazze tentano o
meglio stentano in coro alcuni motivetti orecchiabili, qualche ritornello di
parole in mezzo a tanti la-la-la che mi
ricordano canzoni da jukebox.
Definizione strana ed inusuale,
anacronistica sicuramente, ma proprio da jukebox, perché sono le canzoni che
andavano negli anni tra il sessanta e il settanta.
Le tre ragazze i sessanta fanno
fatica a metterli insieme sommando l’età di ciascuna, ma cantano cose che
andavano forte quando i loro genitori avevano l’età loro.
Le tre adesso ridono, un
controcanto di gridolini, insipidi, più stonati delle loro vocine,per me,
adesso, ma che se avessi la loro età forse invece apprezzerei.
Adesso se avessi la loro età
vedrei la vita e le cose della vita in modo diverso, forse, ma dal
momento che ho passato il mezzo secolo le vedo così, così come? La domanda se
posta ad entrambe (loro e me) avrebbe nell’ordine le risposte :in modo
sorpassato ma giustificato,da loro; maturo ma intollerante da me.
Mi scopro intollerante ,
insofferente a manifestazioni spontanee che male sopporto, ma che se mi
soffermo a valutare il contesto mi accorgo che, in relazione al fattore tempo
inteso come età anagrafica, non solo le giustifico ma le faccio mie.
Pertanto mi ritrovo a fare il
vecchio, perchè lo voglio essere, lo faccio come atto dovuto ad un ruolo
assunto, ma non accettato.
Sono vecchio quando voglio
esserlo, per convenzione, per difesa, per apparenza ma intimamente non mi và
perché è un ruolo che non mi piace,perchè sono ancora quello che vorrei e non
voglio essere quello che mi ero ripromesso di non diventare mai.
Le tre ragazze se ne vanno
saltellando tra i tavoli della baita ed i loro gridolini, le guardo di sfuggita
con sufficienza lasciando intendere la mia disapprovazione, poi ricomincio a
leggere il mio libro mentre sento di nuovo il caldo bruciante del sole.
Riprendo in sordina il ritornello
dell’ultima canzone che ho sentito dalle tre ragazze, mi accorgo che sto alzando la voce, specialmente sui la-la-la
delle parole che non sò, sicuramente sto suscitando la disapprovazione delle
persone che mi stanno intorno, ma non mi importa affatto.
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