22 ottobre 2012

La rinascita del partito monarchico: "Per una controrivoluzione tranquilla"



E se in tempi di antipolitica spinta, con gente che molla, come Walter Veltroni, o resiste nonostante l'evidenza dei fatti che li vede protagonisti, come Roberto Formigoni e Renata Polverini, la soluzione fosse una bella Corona al posto della Costituzione? Del resto in quanti, ormai, vanno sostenendo che con l'avvento del governo Monti sono state temporaneamente sospese le garanzie costituzionali? Un governo non eletto, ma nominato. Come i deputati. E allora meglio un monarca vero che i piccoli sovrani locali, visti i danni evidenziati dalle inchieste della magistratura. E così, mossi dall'idea di  "proporre la Monarchia come progetto politico a "coronamento" di un vasto programma di rinnovamento sociale ed economico", i nostalgici della Corona si sono dati appuntamento per martedì 13 ottobre al Grand Hotel de la Minerve a Roma, proprio dietro al Pantheon. All'appuntamento dei Monarchici Italiani, tornati in pista "per fermare il declino dell'Italia e salvarla dalle oligarchie corrotte e liberticide", sono stati invitati anche i Principi di Casa Savoia e di Casa Borbone.
D'altro canto il futuro non possono essere soltanto Grillo o Renzi, il cui obiettivo principale sembra essere quello di abbattere le strutture del passato, senza pensare troppo a costruire nuove forme di partecipazione. E siccome l'Italia ha bisogno di essere "rifondata", il manifesto programmatico dei monarchici parte da uno premessa forte. "Inizia con noi la controrivoluzione tranquilla per abbattere un sistema che ha istituzionalizzato la corruzione e diffuso l'insicurezza". Sentir parlare di "controrivoluzione" anche se tranquilla, persone animate da un'idea che l'esatto contrario della rivoluzione non può non creare un certo imbarazzo. Probabilmente la fotografia del presente deve aver indotto i monarchici italiani a modificare il proprio vocabolario, inserendo nel lessico termini cari alla sinistra. La quale, oggi, è costretta a far ricorso a slogan scontati e consumati dal tempo. Se la maggioranza degli italiani non sa per chi votare, una ragione ci sarà pure. Per i monarchici, però, "non è importante cambiare maggioranza: è importante cambiare sistema", "ripensare lo Stato e porre un freno ad una super Europa di tecno-burocrati che fanno gli affari loro e colpiscono i risparmi delle famiglie".
Un ragionamento, quest'ultimo, che potrebbe tranquillamente apparire anche nei comizi di piazza di Beppe Grillo. Insomma, essendoci un bello spazio da riempire, ecco che anche in monarchici  si rimettono in moto, "per dire basta ai privilegi di una classe politica che non rinuncia a nulla ma non garantisce lavoro e futuro". Gli altri punti programmatici del manifesto dei monarchi sono lo stop "ad un sistema che vede sviluppare la miseria e la povertà, la disoccupazione e i suicidi a causa di un fisco esoso e incontrollato".  Eppoi la revisione delle  tasse: "Debbono colpire i redditi, mai la proprietà in quanto tale". Infine, "porre la famiglia al centro della società ed attuare una politica di aiuti finanziari a favore di chi si occupa di anziani e bambini in modo sussidiario allo Stato". Tutte cose di buon senso, come va raccontando anche Renzi nel suo tour elettorale per le primarie del Pd. Con una bella differenza. Matteo si sente il reuccio di questa corsa al rinnovamento. I monarchici, invece, vogliono un Re vero, non inventato,  al Quirinale. Come è Re Giorgio, Napolitano,  "disegnato" così dai giornali.

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