E se in tempi di antipolitica spinta, con gente
che molla, come Walter Veltroni, o resiste nonostante l'evidenza dei fatti che
li vede protagonisti, come Roberto Formigoni e Renata Polverini, la soluzione
fosse una bella Corona al posto della Costituzione? Del resto in quanti, ormai,
vanno sostenendo che con l'avvento del governo Monti sono state temporaneamente
sospese le garanzie costituzionali? Un governo non eletto, ma nominato. Come i
deputati. E allora meglio un monarca vero che i piccoli sovrani locali, visti i
danni evidenziati dalle inchieste della magistratura. E così, mossi dall'idea
di "proporre la Monarchia come
progetto politico a "coronamento" di un vasto programma di
rinnovamento sociale ed economico", i nostalgici della Corona si sono dati
appuntamento per martedì 13 ottobre al Grand Hotel de la Minerve a Roma,
proprio dietro al Pantheon. All'appuntamento dei Monarchici Italiani, tornati
in pista "per fermare il declino dell'Italia e salvarla dalle oligarchie
corrotte e liberticide", sono stati invitati anche i Principi di Casa
Savoia e di Casa Borbone.
D'altro canto il futuro non possono essere
soltanto Grillo o Renzi, il cui obiettivo principale sembra essere quello di
abbattere le strutture del passato, senza pensare troppo a costruire nuove
forme di partecipazione. E siccome l'Italia ha bisogno di essere
"rifondata", il manifesto programmatico dei monarchici parte da uno
premessa forte. "Inizia con noi la controrivoluzione tranquilla per
abbattere un sistema che ha istituzionalizzato la corruzione e diffuso
l'insicurezza". Sentir parlare di "controrivoluzione" anche se
tranquilla, persone animate da un'idea che l'esatto contrario della rivoluzione
non può non creare un certo imbarazzo. Probabilmente la fotografia del presente
deve aver indotto i monarchici italiani a modificare il proprio vocabolario,
inserendo nel lessico termini cari alla sinistra. La quale, oggi, è costretta a
far ricorso a slogan scontati e consumati dal tempo. Se la maggioranza degli
italiani non sa per chi votare, una ragione ci sarà pure. Per i monarchici,
però, "non è importante cambiare maggioranza: è importante cambiare
sistema", "ripensare lo Stato e porre un freno ad una super Europa di
tecno-burocrati che fanno gli affari loro e colpiscono i risparmi delle famiglie".
Un ragionamento, quest'ultimo, che potrebbe
tranquillamente apparire anche nei comizi di piazza di Beppe Grillo. Insomma,
essendoci un bello spazio da riempire, ecco che anche in monarchici si rimettono in moto, "per dire basta ai
privilegi di una classe politica che non rinuncia a nulla ma non garantisce
lavoro e futuro". Gli altri punti programmatici del manifesto dei monarchi
sono lo stop "ad un sistema che vede sviluppare la miseria e la povertà,
la disoccupazione e i suicidi a causa di un fisco esoso e
incontrollato". Eppoi la revisione
delle tasse: "Debbono colpire i
redditi, mai la proprietà in quanto tale". Infine, "porre la famiglia
al centro della società ed attuare una politica di aiuti finanziari a favore di
chi si occupa di anziani e bambini in modo sussidiario allo Stato". Tutte
cose di buon senso, come va raccontando anche Renzi nel suo tour elettorale per
le primarie del Pd. Con una bella differenza. Matteo si sente il reuccio di
questa corsa al rinnovamento. I monarchici, invece, vogliono un Re vero, non
inventato, al Quirinale. Come è Re
Giorgio, Napolitano,
"disegnato" così dai giornali.
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