" . . . .L’agnostico è scettico, solitario, un outsider. Ha un
orientamento meno dogmatico che concreto, la sua visione del mondo è meno una
confessione di fede che come già per Thomas Huxley un metodo critico, un punto
di vista sperimentale. L’agnostico tende a porre delle riserve, tende al
provvisorio. Non ama i fiancheggiatori e i seguaci, le “grandi convinzioni”, i
forti nella fede e le teste vuote di ogni genere. Non fonda partiti e sette,
non organizza missioni e non paga funzionari. Il mondo per lui non è così
univoco come per gli ortodossi di ogni provenienza e provincia. E’ più incline
a mettere in dubbio che a dire di sì, più all’obiezione e spesso anche alla
ripulsione che a un qualsivoglia consenso, più alla demolizione degli idoli che
all’antropolatria e la realtà, tutto intorno al globo, gli fornisce conferme . . .."
Karlheinz Deschner, “Sopra di noi…niente”, ed. Ariele, Milano, 2008
Non sono un ateo, ma non sono neanche un credente,
penso che non possiamo accettare una verità soltanto perché qualcuno prima di
noi l'ha professata senza alcuna dimostrazione oggettiva. C'è da dire che
questa verità ha conquistato molti consensi nella storia, le sontuose
cattedrali, gli alti pulpiti, nomi rilevanti di teologi, grandi cattedratici,
pochissimi uomini di scienza. Comunque, ritengo che la realtà dell'universo o
degli universi è molto complessa, nessuno conosce l'origine, la causa della
creazione. Nessuno sa come questo orologio cosmico si sia caricato. Per questo
motivo ritengo che l'ateismo è una presunzione, ma anche le religioni
presentano questa screziatura logica. Io non affermo, né confuto l'esistenza di
Dio. Ci sono molti perché ai quali possiamo dare delle risposte certe, altri
perché come la metafonia ai quali possiamo dare delle risposte incerte ed
approssimate, ci sono, ancora, altri perché ai quali non possiamo rispondere.
Molti sostengono che l'esistenza di un Dio creatore, che riconoscono nel dio
biblico, sia una verità scontata, si sentono offesi o peggio vilipesi da chi
manifesta una visione diversa, da chi si domanda e risponde in un'altra maniera
da ciò che si aspettano. Io sono un agnostico, non mi stanco di proclamarlo,
perché sostengo che le problematiche cosmologiche non spiegano l'esistenza di
Dio, nè possono negarla. Le evenienze della creazione sono molteplici, l'opera
di un Dio vivente non è che una delle infinite possibili interpretazioni.
Dinanzi alle problematiche della creazione dovremmo in un certo senso tacere, o
quantomeno affrontarle con un minimo di conoscenza scientifica. Ci troviamo
davanti ad un'incertezza impressionante, poiché ci sono preclusi quei parametri
necessari per penetrare una realtà atemporale, però, possiamo soltanto
ipotizzare, mentre le nostre certezze in tal senso appartengono solo ad una
metafisica più o meno colorita. Secondo il mio modesto modo di pensare,
dovremmo porci con molta umiltà di fronte a problemi simili, senza avere la
pretesa di sapere alcunché, senza riempirci la bocca di presunti saperi, che
sono solo bugie. Mi rendo conto che l'immagine di Dio è molto seducente,
soprattutto, elude la nostra paura, la nostra incertezza esistenziale,
l'angoscia della morte come dissoluzione dell' io. Quest'universo così
sterminato e freddo che osserva impassibile le vicende umane senza commuoversi,
iquasi eternamente assente e distaccato, che sembrerebbe esistere senza una
ragione, o addirittura saltare fuori da un nulla, ci fa uscir di senno. Ma se
fosse proprio così, non potremmo farci in alcun modo niente, qualsiasi grido
sarebbe solo una lettera morta.
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